19.10.06

La forza dentro

Oggi Miss Grumbler non ha voglia di scherzare. Per una volta, niente ironia e sbofonchiamenti quotidiani sui piccoli grandi drammi della mia esistenza...solo un amaro e un po' colpevole pensiero sulle storie di vita che mi/ci circondano, e che spesso ignoro o voglio ignorare.
Per una volta il mio lavoro di ricercatrice di mercato mi ha allontanato dalle solite casalinghe con il loro Dash, o dall'inamidato dirigente e la grafica della sua nuova carta di credito, per lanciarmi nell'ombroso mondo del popolo degli IMMIGRATI.
Da una settimana entro ed esco dalle abitazioni di cinesi, marocchine, ucraine, peruviane, filippine, in Italia da 10 o da 1 anno, immergendomi nell'odore forte della loro cucina, nella stravaganza delle loro suppellettili, lambiccandomi sul loro italiano a volte appena accennato.
OBIETTIVO DELL'AZIENDA COMMITTENTE: scoprire le abitudini di consumo degli ormai innumerevoli immigrati al fine di impacchettare prodotti e publicità che siano in grado di prenderli nella rete del consumismo occidentale.
OBIETTIVO DI MISS GRUMBLER (oltre a soddisfare quello dell'azienda): cogliere l'occasione per capire cosa spinge un immigrato X a mollare tutto e venire in Italia in cerca di fortuna.

Sono stata accolta con calore, rimpinzata di giganteschi datteri africani, riso col culantro e altre diavolerie a me finora ignote, e inebetita da racconti partecipati e sofferti della storia di ognuno...

...storie tutte diverse, tenute insieme dall'invisibile filo della DISPERAZIONE, un tipo di disperazione totalmente etranea ai confini della mia esistenza di abitante del PRIMO MONDO.

Così ho scoperto che si può tirare avanti sapendo che tua madre é morta nel tuo paese, e che tu non potrai andare al suo funerale, perché sei una clandestina, e se esci dal paese poi non puoi farvi ritorno; ho scoperto che una maglietta rossa si compra solo quando ti si buca quella che hai addosso, perché non c'é motivo per averne due; ho scoperto che per qualcuno parole come "tempo libero", "pizza con gli amici" e "shopping" sono termini astratti, di cui si sente parlare, ma che non rientrano nel vocabolario della propria vita. Ho scoperto che si può lavorare per 18 ore di fila...senza che poi si piombi nell'esaurimento nervoso e nelle terapie anti-stress.

E così, mentre tornavo a casa sulle mie scarpe nuove, comprate per sfizio, mi sono sentita fortunata e un po' sciocca, per il mio perdermi quotidianamente nelle mie insoddisfazioni, nelle mie lamentele, nei miei grandi problemi.

Avevo imparato la lezione andando in Africa, ma poi il luccicante teatro occidentale in cui si svolge la mia vita ha progressivamente offuscato ricordi, considerazioni e proponimenti. Ma quste ombre silenziose sono anche qui, si accalcano con me in metropolitana, calpestano gli stessi marciapiedi.

Non mi si fraintenda: non rinnego la mia felice esistenza, non sono obnubilata da sindromi di S. Francesco, che mi porteranno a spogliarmi di tutti i miei beni (quali?) per seguire la via del bisogno e della povertà...ma forse qualcosa da imparare c'é. Se sotto il peso di queste storie c'é ancora lo spirito per fare un sorriso, allora qualcosa da imparare c'é!

12.10.06

Free Lance?...No, grazie!

Traviata da una durissima settimana di lavoro, ho deciso di stilare le sacre tavole della free lance pentita. O voi, ancora in cerca di impiego, non lasciatevi ingannare dal dolce e infingardo miele della libera professione, e anelate con vigore ad una poltrona e una scrivania Ikea su cui poggiare il vostro sedere a tempo indeterminato. Riparate le vostre orecchie dal canto mellifluo della sirena dell'indipendenza, chè esso si tramuterà in un urlo lancinante, prima o poi...

...non ci credete? Sentite qua:

1) Il free lance pensa di essere padrone di se stesso, e di poter lavorare con i suoi tempi e i suoi ritmi. Risultato: lavora dal Lunedì al Venerdì, a Pasqua, Natale, di Sabato e di Domenica;

2) Quando il free lance si crogiola al sole di Agosto sulla spiaggia, circondato da mille altre persone, non può fare a meno di pensare con livida rabbia che in quel momento qualcuno sta pagando quelle mille persone che sguazzettano innocentemente nell'acqua cristallina, mentre lui sta perdendo preziose giornate di lavoro...sentendosi un lavativo, e arrovellandosi sul super-lavoro che dovrà spararsi a Settembre per ammortizzare il mese di nullafacenza;

3) Quando le sere di inverno il free lance avverte preoccupanti brividi lungo la schiena, un fastidioso mal di gola e pericolosi smottamenti intestinali, non può permettersi di pensare: "Domani chiedo un giorno di malattia", ma si imbottirà di antipiretici e analgesici dicendo: "Merda, domani mi tocca andare al lavoro con l'influenza!"

4) Il free lance lavora per tutti, ma tutti pensano che lavori solo per loro. Il che implica che tutti ti chiedano di consegnare il lavoro nello stesso giorno.

5) Il free lance non può permettersi di essere antipatico e maltrattare i colleghi...il free lance non ha colleghi, ma solo clienti, e il cliente - si sa - ha sempre ragione.

6) Al free lance non vengono tolte le tasse a monte, no, deve pagarsele da solo...e vi assicuro che, per quelli come me che non hanno il pelo sullo stomaco di saltare lo steccato verso il fertile pascolo dei piccoli evasori, é un doppio giramento di maroni!

7) Quando il free lance ha una settimana libera dal lavoro, da dedicare a se stesso e al proprio relax, tende a lasciarsi coccolare da questi rassicuranti pensieri: "Cazzo, non mi chiama nessuno, finirò sul lastrico!" "Oddio, devo pagare l'IVA, ho bisogno di lavorare!"


Insomma, piccoli virgulti del mercato del lavoro, quando incontrerete quei giovani rampanti sulle loro macchinucce tirate a lucido, che riempiono di timbri le schede carburante e chiedono fattura anche per il cappuccio della mattina, non fatevi intimorire: squadrate le spalle, tirate fuori il petto, e sventagliategli fieramente sotto il naso il vostro dignitossisimo Co. Co. Pro.

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